Il mensile Duemila
intervista Marina Dionisi
ottobre 2010
Quando hanno iniziato ad appassionarla tutte le cose della vita e
del mondo che possiamo definire “paranormali”, ovvero al di fuori
della realtà comune, della ragione e della “normalità”?
Il mondo del paranormale ha fatto sempre parte della mia vita e del
mio modo di essere. Da bambina mi accorsi che le persone erano
diverse
da me; non percepivano ciò che percepivo io. Non avvertivano le
vibrazioni emanate da oggetti, luoghi o persone e si spaventavano se
dicevo cose che non avrei mai potuto sapere. Crescendo, e prendendo
più coscienza del mio modo di essere, ho cominciato a studiare,
appunto, tutto ciò che poteva rientrare nei fenomeni paranormali.
Nei suoi libri, nei suoi testi quali sono i punti chiave che
approfondisce anche per il lettore e che la interessano e
appassionano di più? L’incredulità delle persone, il dubbio
di fronte a qualcosa che può atterrire? Cosa spinge questi fenomeni
a manifestarsi?
Innanzi tutto bisogna chiarire che non c’è niente che spinga questi
fenomeni a “manifestarsi”. Bisogna partire dal principio che tutto
emana
vibrazioni, energia: dagli esseri viventi (persone, animali, piante)
agli oggetti. Ogni cosa vibra (le molecole) ed emana energia (si
pensi
alla fisica quantistica). Questa “vibrazione” si propaga arrivando a
tutto ciò che ha vicino (cose inanimate ed esseri viventi). Anche
noi emaniamo energia e la irradiamo verso gli oggetti e le persone
che ci stanno accanto.
Tutto questo per dire che i fenomeni paranormali non si
“manifestano”: il cosiddetto fenomeno paranormale non è altro che
l’energia emanata da un luogo, da una persona o da un oggetto;
un’energia che può essersi impressa in quel luogo anche molti
decenni prima e che, a seconda di quanto può raccontare, può essere
più forte e quindi più percepibile anche da un soggetto “normale”.
Ad esempio se ci troviamo in un luogo in cui è avvenuto qualcosa di
molto tragico, l’energia che vi si troverà sarà
più intensa e più forte e potrebbe quindi essere percepita - anche
semplicemente attraverso una sensazione di inspiegabile angoscia -
da
un soggetto “normale”. Ciò che più mi sta a cuore è spiegare alle
persone che non c’è niente di spaventoso nel cosiddetto
“paranormale”.
E’ solo una materia che va ancora studiata a fondo, e che andrebbe
affrontata senza pregiudizi e senza paure. La gente ha paura di ciò
che non conosce; nei miei libri “Il dono di Rebecca” e “Il dono di
Rebecca, il mistero svelato” ho tentato di mostrare come il
“paranormale” sia qualcosa di naturale, come possa fare parte della
realtà di ogni giorno e non vi sia nulla da temere. Allo stesso
tempo ho tentato di mostrare quanto possa essere pesante, d’altra
parte, la solitudine che una persona come me può provare quando
tenta di essere se stessa.
Alcune persone sostengono di sentire colpi nelle loro case o
appartamenti e a volte dopo la benedizione di un sacerdote o
di una persona di fede questi eventi tendono ad affievolirsi... C’è
una spiegazione o forse più di una?
Generalmente si tratta di fenomeni di “poltergeist”. Alcune persone
hanno una carica energetica molto alta causata da uno stato d’animo
particolare come rabbia, frustrazione, odio, ecc. Sembra che queste
persone, senza volerlo, scarichino la propria energia sull’ambiente
che li
circonda causando appunto botti violenti, spostamenti di oggetti
ecc. Nella maggior parte dei casi, quelle stesse persone sono molto
credenti
e pensano che detti fenomeni siano causati dal “maligno”. Chiamando
quindi un sacerdote a benedire la casa si sentono rassicurate, si
rasserenano e, senza rendersene conto, abbassano le loro vibrazioni
facendo diminuire i fenomeni.
Consiglierebbe a noi o ad alcuni nostri lettori la visita in luoghi
“particolari” e perché?
Accompagno spesso persone in luoghi pregni di energia ed è sempre
un’esperienza nuova e unica. Visitiamo castelli, chiese, luoghi che
fanno parte della vita di tutti i giorni e che hanno molto da
raccontarci se si è disponibili ad ascoltare le vibrazioni che
emanano. E’ meraviglioso scoprire che la realtà non è mai quella che
sembra e che mille e una storie ci circondano in attesa solo di
essere raccontate. Il posto che mi ha colpito più di ogni altro è il
Carcere Mamertino, a Roma. È stata un’esperienza sconvolgente. E’
l’unico posto dove non sono voluta più tornare. L’ambiente è molto
piccolo e angusto, non ci sono finestre, per
cui l’energia scaturita dal terrore, dalle grida dei condannati,
dalla loro sofferenza è rimasta compressa in quell’ambiente. E’
l’unico luogo dove sono svenuta; è stata un’esperienza bruttissima
che non ho intenzione
di ripetere per niente al mondo.
Possiamo veramente chiamare “doni” della natura dei poteri che, se
venissero scoperti, potrebbero causare gravi problemi, il “confino”
o la “reclusione” a chi ne è dotato?
Essere sensitivo non è certo un dono. Non credo di essere così
meritevole da essere stata prescelta dal buon Dio al posto di
un’altra persona.
Inoltre, come dice giustamente lei, nel momento in cui si venisse a
scoprire quanto il mondo vibrazionale è realmente presente e vivo,
la
vita del sensitivo diverrebbe infernale.
Quali sono le leggende, i miti, le storie che a suo parere risultano
i più affascinanti anche ai nostri giorni? Perdere la conoscenza
delle storie, di patrimoni tramandati oralmente e poi per iscritto
cosa può implicare?
Per un’appassionata di storia, il tesoro più grande in assoluto
dell’umanità
è la Sacra Sindone. L’ho vista quando ero bambina e sono andata
più volte a visitarla anche da adulta. Un’esperienza sconvolgente,
unica,
meravigliosa. Una sensazione di sofferenza, grandezza umana, umiltà,
comprensione verso l’altro, ed un’inimmaginabile intensa energia.
Inoltre mi affascina il mondo celtico, quel mondo in cui convivevano
in modo naturale ciò che si vedeva e ciò che non si vedeva; in cui
gli
uomini sapevano ascoltare ciò che poteva raccontare loro l’energia
che li circondava. Perdere la conoscenza della storia di un popolo è
un
danno gravissimo. La conoscenza crea conoscenza; la perdita di essa
crea un rallentamento, per non dire un arresto della nostra
evoluzione
umana.
Dal momento che i fenomeni “paranormali” sono molti, ci potrebbe
parlare di quelli che secondo il suo punto di vista sono quelli
a cui stare più attenti in un certo modo?
Se si parla di guardarsi da qualcosa, direi che bisogna stare
attenti a chi, eventualmente, è particolarmente ricettivo. In
particolare mi riferisco al telepatico. In quel caso, bisogna
cercare di proteggersi pensando a cose che non ci interessano ed
evitare di pensare a cose personali o alle quali teniamo in modo
particolare.
Secondo lei esistono “sostanze spirituali”? Possono nuocere
all’uomo?
Esistono vibrazioni rilasciate nell’ambiente da persone che non ci
sono più. Si possono chiamare “presenze”. Non possono assolutamente
nuocere all’uomo; è solo energia. A volte, questa energia tenta di
comunicare con noi ed è in quel momento che si deve essere
particolarmente ricettivi e calmi per evitare di sperderla
nell’etere.
E’ cambiato molto nella sua carriera di scrittrice e ricercatrice,
studiosa, rispetto al passato? Gli interessi con cui arricchisce il
suo
tempo libero sono aumentati o diminuiti?
Rispetto al passato ho preso maggiore coscienza del mio modo di
essere e con questa presa di coscienza i miei interessi sono
aumentati. Amo
la storia, l’archeologia, la fisica, l’astronomia e ogni giorno mi
stupisco di quanto abbia ancora da imparare. Ogni scienza ha il suo
fascino e ognuna mi aiuta a capire un po’ di più come funziona il
mondo delle vibrazioni, e come poter spiegare ciò che ci circonda.
In futuro cosa pensa di realizzare? Resterà nell’ambito della
scrittura e della letteratura storica oppure si dedicherà anche ad
altri settori?
Sono molto interessata alla cultura Celtica e al momento sto
terminando un romanzo su Avalon. Attualmente inoltre sto lavorando
con un giovane regista molto in gamba, una sceneggiatrice e un
filologo classico:
abbiamo creato un reality e una fiction, che sono al vaglio di tre
grosse case di produzione americane.
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